Buongiorno da Casa Fools,

prima di cominciare la Lettera abbiamo un AVVISO IMPORTANTE: ogni tanto Google ci fa finire nella cartella Promozioni, o peggio ancora, quella Spam. Se La Lettera ti piace rispondi a questa mail anche solo con Ciao, così Google capisce che siamo amici e non ci butta via insieme alle offerte Amazon.

Qui siamo Luigi, Roberta e Stefano, che scriviamo sperando che questa ti arrivi.


Parliamo di Barbari? Eccoti l’Art Brut, con il suo capostipite: Jean Dubuffet. Art Brut è arte creata da persone al di fuori del mondo artistico convenzionale, come pazienti psichiatrici, detenuti e autodidatti. Questi artisti producono opere spontanee, spesso caratterizzate da un’estetica grezza e non influenzata dalle convenzioni. Questa è La Vacca dal naso sottile.

Va tutto a scatafascio.

La destra estrema avanza in Europa, e ironia della sorte, spetta proprio a Orban presiedere il Parlamento europeo. In Francia, il RN ha scatenato una valanga di odio represso, con centinaia di segnalazioni di intimidazioni e violenze contro le minoranze etniche e religiose.

Gli sfruttatori lasciano i cadaveri degli schiavi con le braccia mozzate davanti casa. Una realtà taciuta per permetterci di comprare pomodori a €1,90 al kg. Ma come possiamo conciliare i nostri stipendi fermi da vent’anni con il rispetto dei diritti umani?

Trump sta tornando! Mettiamoci comodi e osserviamo questo tzunami arrivare, per la seconda volta, nella democrazia teoricamente più solida del mondo. Noi non possiamo dire nulla: abbiamo avuto Silvio per svariate legislature. Ma come influenzerà questo i delicati equilibri della NATO, mentre affrontiamo due guerre alle porte d’Europa?

Ah, la maturità! Nostalgia canaglia e “Notte prima degli esami” cantata con commozione… Ma gli insegnanti sono unanimi: gli studenti di oggi sembrano incapaci di ragionare, protetti dai genitori e disinteressati. E se l’esame è troppo difficile, si protesta, si sciopera, e si viene promossi ugualmente.

Continuiamo?
No dai.


L’Aléatoire. Prima di diventare un artista a tempo pieno, Dubuffet lavorò nell’azienda vinicola di famiglia. Solo dopo i 40 anni decise di dedicarsi completamente all’arte.

Grazie Casa Fools per aver allietato il mattino con siffatta carrellata di scempi che già normalmente scoraggiano, messi in fila sono pure peggio.
Ma questa non è una Lettera che osserva il mondo attraverso gli occhi dell’arte?
Si dolcissimo Fools del nostro cuore. Facciamo questa carrellata per domandarci:

Siamo nelle mani dei Barbari?


Théâtres de mémoire. Dubuffet credeva che l’Art Brut fosse capace di rivelare verità profonde sull’esperienza umana e l’emozione, spesso nascoste nell’arte convenzionale.

Nel 2006, Alessandro Baricco scriveva un saggio illuminante: “I Barbari – Saggio sulla mutazione”. Diciotto anni fa, questo scrittore vedeva chiaramente dove saremmo andati a finire e, rileggendolo oggi, fa quasi tenerezza constatare come parlava dell’ascesa del mondo web, che avrebbe trasformato la Conoscenza Esatta in Conoscenza Totale. Che lungimiranza: in Italia nonavevamo neanche Facebook, arrivato il 14 maggio 2008, e Alessandro già aveva intuito la direzione.

Ogni epoca guarda agli stravolgimenti con orrore, apprensione e notevole rimpianto per i tempi andati. Ogni epoca ha giudicato quella successiva un’invasione barbarica. Da sempre. Prendete un secolo a caso, a.C. o d.C., non importa. Qualunque epoca dice che si va verso lo scatafascio signora mia dove andremo a finire i giovani di oggi neanche sanno più scrivere in italiano. Cosa che dicevano a noi quarantenni quando eravamo alle medie, che diciamo a chi sta alle medie oggi, che diranno a quelli che saranno alle medie domani.

Possiamo fare questo giochino per tutti i temi riportati in apertura di Lettera: ogni nicchia reputa l’altra nicchia un coacervo di barbari che ci invaderanno facendoci regredire.

C’è chi ha paura della sostituzione etnica, ritenendo gli invasori dei barbari.
C’è chi ha paura di quelli che hanno paura della sostituzione etnica, reputandoli razzisti e barbari.
C’è chi sostiene che la massa sia guidata dal pensiero unico, una barbarie!
C’è chi ritiene impossibile avere un pensiero unico nel mondo globalizzato, e giudica chi ha questi timori un barbaro ignorante.

Ogni barbaro giudica barbaro un altro barbaro. E così via.
Sembra la favoletta di “Al lupo! Al lupo!”, ci sono talmente tanti lupi che non si capisce più chi mangia chi.


Questi quadri li fa pure mio nipote di 5 anni. Dubuffet, come Picasso e molti altri, sapevano bene come si disegna, per questo sono riusciti ad emanciparsi dalle convenzioni. Questo è un ritratto della nonna, fatto quando era ragazzo. Bravino, vero?

Quindi vale tutto?
Qui sta il difficile.

Perché in certi momenti i barbari sono arrivati davvero, o meglio non sono “arrivati”, ci siamo trasformati in barbari, in periodi storici che ancora oggi fatichiamo a superare, come quello fascista.

Anche in questa epoca ci comportiamo come barbari e verremo giudicati come tali. Da chi? Da chi verrà dopo e avrà il diritto di farlo a ragion veduta.

Siamo barbari che lasciamo morire in mare innocenti, sfruttiamo la schiavitù, stigmatizziamo il diverso, irridiamo il sapere complesso, infliggiamo sofferenze per garantirci abbondanza…

Abbiamo bisogno di sicurezze, impossibili, che otteniamo schiacciando, chiudendo, conservando il nostro status quo disperatamente.

Ci chiameranno barbari, ed avranno pure ragione.


A chiudere eccoti un foto di Jean nel suo laboratorio. 

Le epoche storiche vanno e vengono, in un alternarsi costante di buoni e cattivi, giusti e sbagliati.

Che fare?
Ci vorrebbero più artisti.

Come Baricco aveva preceduto di vent’anni questo ragionamento, illuminando un futuro oscuro, così dovrebbero fare gli artisti, i filosofi: non lasciarsi suggestionare e cercare di comprendere.

Artisti, aiutateci a capire il presente, raccontateci l’attualità senza coccolarvi nelle rassicuranti nicchie, dov’è facile trovare banali consensi. Non basta “prendere posizione”, quello spetta al cronista, non all’artista. L’artista deve darci delle chiavi di lettura, smuovere i sentimenti, far uscire allo scoperto le incongruenze della nostra presunta innocenza.

Prendeteci a schiaffi, artisti, forte, come faceva Pasolini quando “simpatizzava” con i poliziotti durante le manifestazioni studentesche. Metteteci in crisi, fateci sentire coinvolti, responsabili.

I barbari sono davanti a noi.
I barbari siamo noi.