Bentrovate e bentrovati,

questa è La lettera che, ogni 15 giorni, vi scriviamo da Casa Fools per guardare il mondo attraverso gli occhi del Teatro.

Qui siamo Luigi, Roberta e Stefano ed è arrivato l’autunno.

Cadono le foglie, cadono i capelli, cadono le bombe, e pure noi, ogni tanto, cadiamo.

Il fatto è che più a una cosa ci tieni più pare si complichi, più vuoi fare bene, meno fai bene. Come quando ripeti: non devo far cadere questa cosa, non devo far cadere questaCRASH!

Aspettative, queste maledette.

Un filosofo e psichiatra contemporaneo dice che quando le aspettative le riversiamo su noi generiamo ansia, quando le riversiamo sugli altri generiamo rabbia.

E per non generare proprio, che facciamo?
Non si sa.

Sabato 28 e domenica 29 c’è stato il Festival delle Arti Popolari, il piccolo grande festival di Casa. Qui qualche foto del grandissimo Bruno Gallizzi 

È così pure in teatro.
Quando vai in scena e c’è la sala piena, dietro le quinte spesso l’ansia è disponibile all’ingrosso.
C’è chi corre al bagno finché non gli rimane più nulla da espellere, chi suda molto, ovunque, si secca la bocca, ci si scorda tutto il copione un attimo prima di andare in scena…
WHY?

Ce lo ha spiegato la scienza. Che bello! Finalmente dati di fatto comprovano che non è tutta colpa nostra!

Dunque, quali sono questi dati di fatto?

Uno studio recente di neuroscienze, basato su una serie di esperimenti sui macachi e pubblicato sulla rivista Neuron, ha fornito dati a sostegno dell’ipotesi che l’aumento della posta in palio oltre una certa soglia influenzi negativamente le prestazioni. E ha suggerito una spiegazione neurobiologica di questo fenomeno.

Le prestazioni umane migliorano con l’aumento dell’eccitazione fisiologica o mentale, ma solo fino a un certo punto.
La curva delle prestazioni, se la pressione continua a salire, produce un collasso delle informazioni neurali con conseguente calo delle prestazioni e difficoltà in molte forme di compiti cognitivi, sensomotori e percettivi.

Musica, balli, teatro, lirica, artigiani, vinili, cibo e amore.

Pensandoci bene ci sono state volte in cui siamo andati in scena senza nessuna pressione e lo spettacolo è andato benissimo. Quando c’era una posta in palio grossa (critici in sala, contesti molto prestigiosi, concorsi…) mantenere la calma è stato sempre un’impresa ardua e lo spettacolo ne risentiva.

Quando siamo rilassati tutto riesce meglio, dall’Amleto alla parmigiana. Quante volte vogliamo cucinare benissimo per un’occasione speciale e proprio quella volta ci si dimentica il sale, si sbagliano le dosi, mentre la volta che lo si fa per se, distrattamente, viene da dio?!

Vabbè e quindi come si fa?
C’è rimedio dottore?!


Quei pazzi del Comicoro accompagnati dalla Banda Cauda.

Non c’è.

Nulla può togliere l’ansia da pressione quando facciamo cose importanti, ma ci possono essere delle strategie per ridurla notevolmente.

Lo stesso studio di cui sopra dice che c’è un modo per ridurre il calo delle prestazioni nei casi di forte pressione, ossia ricevere informazioni sui risultati delle proprie prestazioni passate, per poterle analizzare nel dettaglio, ed esercitarsi in situazioni di stress.

In poche parole serve un po’ di esperienza e allenamento.
Più spesso vai sotto pressione più impari a gestirla.

Oggi, dopo 20 anni di teatro, sempre ci batte forte il cuore prima di andare in scena, ma quella è adrenalina, è normale che ci sia e non bisogna scambiare per ansia quel batticuore.
È il corpo che si prepara alla grande sfida.


Saimon mette i vinili giusti ed ecco che arriva Rock in Turin a farci ballare.

Se stai per fare una cosa dove c’è tanta aspettativa, guarda i risultati delle tue azioni passate, la matematica non è un’opinione e se finora te la sei sempre cavata è molto probabile che te la caverai anche stavolta.

La sicurezza funziona anche se si finge di averla, almeno un po’.
Ve ne parlammo in una Lettera di due anni fa, a volte imitare un dato atteggiamento ci aiuta ad averlo davvero.

Ansia, se la conosci la evit…
no, è un’utopia.

Ansia, se la conosci…la conosci.